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Società Italiana di Storia Militare


ARCHIVIO FOTOGRAFICO

Singapore 1942

Indice

Pag 1. Visita alla Former Ford Factory, sede della stipulazione di resa.
Pag 2. Visita al British War Memorial Cemetery di Kranji.

Singapore oggi.
Memorie di una tragedia militare storica.

(Testo e foto di Elio Susani)

 La potente città fortezza e porto strategico dell'Impero Britannico di Singapore si arrese agli invasori Giapponesi il 15 febbraio 1942. L'episodio, che si inscrive preminentemente nella Campagna per la conquista della Malesia da parte della 25a Armata del Generale Tomoyuki Yamashita, forte sostanzialmente di tre agguerrite divisioni di Fanteria, la 5a del Generale Matsui, la 18a del Generale Mutaguchi, e la Divisione Guardie Imperiali del Generale Nishimura. La repentina caduta di Singapore fu immediatamente definita dallo stesso Primo Ministro inglese Winston Churchill come il peggior disastro militare mai subito dall'Impero Britannico nel corso della sua storia....
La storia militare di codesti eventi trova oggi larghissima diffusione e disponibilità, normalmente e prevalentemente in lingua inglese. Fortunatamente osserviamo una esposizione dei fatti sufficientemente corretta ed esaustiva anche in lingua italiana pubblicata on-line.
Recentemente la fruizione di fonti informative, anche di diversificata ma pur qualificata provenienza, può approfondire molto oltre i fatti bellici per come si svolsero, e tenta inoltre di analizzare senza pregiudizi il comportamento dello staff dirigente britannico sia politico che militare, sia a Londra sia sul campo.
Il motivo fondamentale risiede nella verifica che le forze militari terrestri contrapposte nel frangente vedevano una complessiva (anche significativa ) inferiorità numerica giapponese rispetto ai contendenti britannici.
A parere di chi scrive, però, appaiono esageratamente pesanti talune accuse di incompetenza e debolezza rivolte al comandante in capo britannico Sir Arthur Ernest Percival, che dovette incassare a lungo l'onta più o meno latente di una resa incondizionata forse troppo affrettata.
Non è lo scopo di questa testimonianza, tuttavia, quello di entrare nel merito delle questioni, che come detto già offrono con facilità amplissimo materiale di informazione e di approfondimento.
Posso semplicemente riportare una bibliografia a me nota di testi che sull'argomento sono stati pubblicati, anche lontano nel tempo, ed altri più recentemente. Indicherei a chi fosse interessato soltanto le opere personalmente lette e studiate che mi sono apparse le più interessanti ed esaustive.
Dopo le importanti annotazioni e valutazioni del nostro Alberto Santoni, espresse nella sua monumentale opera sulla Seconda Guerra Mondiale nel Teatro del Pacifico ed in Asia, ritengo degne di nota e segnalo le seguenti opere:
- Peter Thomson THE BATTLE FOR SINGAPORE Hachette Digital London 2005
- Gilbert Mant THE SINGAPORE SURRENDER Synergy Books International Kuala Lumpur 1991
- Mark Stille e Peter Dennis MALAYA AND SINGAPORE 1941-42 Osprey Publishing Oxford 2016
- Col. Masanobu Tsuji JAPAN'S GREATEST VICTORY, BRITAIN'S WORST DEFEAT The Capture of Singapore - Sarpedon Publishers New York 1993. Questo testo rappresenta una fonte interessantissima. Infatti il Col. Tsuji apparteneva allo Stato Maggiore della 25a Armata Giapponese con l'incarico di responsabile della pianificazione logistica. La sua è una testimonianza unica e fondamentale sulla caduta di Singapore.


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Oggi, si può visitare il luogo dove la resa britannica venne firmata al 351 della Upper Bukit Timah Road, un'arteria stradale parecchio trafficata che collega l'elegante e centralissima Orchard Road alla Woodlands Road, altra formidabile superstrada a quattro corsie che porta a nord fino alle colline di Kranji.



Con inaugurazione il 15 febbraio 2006 (64° anniversario dell'evento) quello che rimane della vecchia fabbrica, elegantemente ristrutturato, è stato destinato a Museo permanente e considerato monumento nazionale.
Il sito non soltanto permette di visionare la stanza dove la resa venne firmata, gremita dalle due opposte delegazioni militari, ma anche tre vasti locali adiacenti che sono divenuti sale museali allestite per raccontare con ricchezza di reperti e documentazioni d'epoca il periodo dell'occupazione giapponese di Singapore, e della Malesia più in generale.


L'orologio della sala riunioni della Former Ford Factory di Singapore è fermo sulle ore 18,20 di quel lontano 15 febbraio 1942.
Molte fotografie d'epoca e qualche filmato mostrano una tesa ed emaciata delegazione britannica condotta dal Tenente Generale Sir Arthur Percival comandante in capo delle forze britanniche siglare i protocolli di resa di fronte ad un arrogante ed impaziente Tenente Generale Tomoyuki Yamashita (soprannominato la Tigre della Malesia) comandante in capo della 25esima armata nipponica.
Una evidente attenzione, nel percorso museale, è stata dedicata alle brutali attività repressive giapponesi che si scatenarono dopo la disfatta britannica, una fra tutte il massacro dei feriti e del personale sanitario perpetrato all'ospedale Alexandra, e segnatamente la persecuzione sistematica nei confronti della numerosa comunità cinese che venne quasi interamente massacrata con ogni mezzo.
Denominata Sook Ching (termine cinese) tale operazione di vera e propria pulizia etnica provocò un genocidio di oltre 5.000 civili cinesi.
Notevole risalto è stato conferito anche alle vicissitudini del movimento di Resistenza locale e del suo leader Lim Bo Seng, ucciso dai giapponesi dopo estenuanti torture.


Purtroppo le sale museali sono ambientate in una pesante penombra (peraltro utile a visionare i numerosi filmati proposti) ma impedisce di poter ritrarre e documentare fotograficamente il percorso in quanto scattare foto è consentito ma senza utilizzare il flash. Dunque, posso mostrare soprattutto alcuni scatti personali eseguiti negli esterni del sito, ed altri pochi realizzati fortunosamente all'interno e poi appena ritoccati.


La fabbrica Ford aveva iniziato una importante produzione di automobili nel 1926, ma dal 1941 i britannici l'avevano usata come magazzino ricambi per gli aerei della RAF.
Una volta occupata dai Giapponesi all'inizio del 1942 il generale Yamashita l'aveva destinata a proprio Quartier Generale.


Al termine della guerra la fabbrica venne ristrutturata dalle rovine subite riprendendo la produzione di automobili nel 1947 e sino al 1980, anno in cui venne definitivamente abbandonata.
Il sito è raggiungibile con diverse linee di trasporto urbano. Si trova oggi all'estrema periferia occidentale di Singapore, nei pressi del grande parco pubblico di Bukit Timah su un territorio appena ondulato, cosparso di foreste e magnifici giardini.


Debbo affermare che la stanza della resa è meno che sobria, riproposta nei minimi termini possibili; probabilmente un allestimento con realistiche figure di cera, come peraltro viene presentato sulla prospiciente isola di Sentosa, avrebbe sicuramente accordato un impatto visivo diverso e più suggestivo.



Per giunta anche il tavolo di teak sul quale la resa venne siglata non è autentico. Quello originale se lo erano preso gli Australiani subito dopo la guerra ed è esposto oggi al Museo Nazionale di Sidney.
Un sito che vale comunque ampiamente l'occasione di una visita, con un costo d'ingresso decisamente basso, (muniti di maglioncino è meglio data l'aria condizionata glaciale) e che offre in particolare per lo studioso una meticolosa testimonianza su molti aspetti tragici dell'occupazione giapponese.

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1 - La Former Ford Factory com'è oggi al 351 della Upper Bukit Timah Road.JPG
1 - La Former Ford Factory com'è oggi al 351 della Upper Bukit Timah Road
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2 - All'ingresso sulla U. Bukit Timah 351
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3 - Pannello esterno
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7 - FFF (4)
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8 - FFF (5)
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9 - FFF (6) con il nostro testimonial
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10 - Hall dell'ingresso
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11 - Pannello illustrativo della Former Ford Factory
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12 - Pannello illustrativo sulla Former Ford Factory (2)
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13 - Surrender chamber A
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14 - Surrender chamber B
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15 - Surrender chamber C
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16 - Surrender chamber D
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17 - Surrender chamber E
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18 - Documenti della resa - A
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19 - Documenti della resa - B
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20 - Documenti della resa - C
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21 - Riproduzione nella Surrender chamber
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22 - L'atto formale della resa
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23 - Tenente Generale Sir Arthur E. Percival
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24 - Tenente Generale Tomoyuki Yamashita
25 - Il Col. Sugita accompagna la delegazione di resa britannica.jpeg
25 - Il Col. Sugita accompagna la delegazione di resa britannica
26 - La delegazione di resa britannica sulla salita che porta alla fabbrica Ford.jpg
26 - La delegazione di resa britannica sulla salita che porta alla fabbrica Ford
27 - Cartolina giapponese d'epoca per la resa britannica alla Old Ford Factory.jpg
27 - Cartolina giapponese d'epoca per la resa britannica alla Old Ford Factory
28 - Sir Percival dopo la resa si intrattiene con la guardia giapponese.jpg
28 - Sir Percival dopo la resa si intrattiene con la guardia giapponese
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29 - Cartolina giapponese del pittore Saburo Miyamoto -1943
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30 - Prima pagina del NYT 16-02-42
31 - Prima pagina del Shanghai Evening Post del 16-02-42.JPG
31 - Prima pagina del Shanghai Evening Post del 16-02-42

 

Singapore pag. 2