Il
19 agosto del 1944 era di domenica. Alle porte della cittadina di
Vimoutiers, in Normandia, a circa 25 Km ad est di Falaise un carro armato
'Tigre' che appartiene presumibilmente alla 2a Compagnia dello SS Schwere
Panzer Abteilung 102 (vedi nota n.1), rimane bloccato in mezzo alla strada
senza benzina. Altre fonti, pur meno accreditate, propendono per
l'appartenenza del carro allo Schwere Panzer Battalion 503. Forse
l'incertezza dipende dal fatto che entrambi questi reparti ebbero la loro
seconda compagnia interamente riequipaggiata con i carri Tigre I in Germania
un paio di mesi prima del loro invio in Normandia, nel tentativo di
contenere l'invasione alleata.
In ogni caso il carro è esattamente un
Tiger I Sd.Kfz. 181 Panzerkampfwagen Tiger Ausf. E, ultima versione, con il
numero di serie 251.113. AMP inciso sulla torretta, dove AMP sta ad indicare
lo stabilimento di produzione, Hoerder Huttenverein di Dortmund, e risulta
uscito di fabbrica negli ultimi giorni di maggio del 1944. Il numero sullo
chassis è illeggibile. Il carro, secondo fonti testimoniali sempre riportate
sin dal suo ritrovamento recava il numero di identificazione 231.La
produzione di questo modello iniziò nel 1942 e cessò definitivamente
nell'agosto 1944, con 1335 esemplari complessivamente ultimati (vedi nota
n.2 per le specifiche tecniche). Una sorte simile, nella zona, tocca anche
ad un Panzer III, alcuni Panzer IV, ad altri due Tiger VI e ad un Tiger King
II. Appartengono a diverse unità che hanno tentato di rompere
l'accerchiamento della Sacca di Falaise (vedi nota n.3) dove praticamente
viene distrutto il nerbo delle forze germaniche in Normandia, se non
addirittura in Francia. Dopo essere stati protagonisti per quasi due mesi di
una valorosa resistenza con continui contrattacchi nella vasta regione del
'bocage', un tipo di territorio ondulato ricco di siepi e di boschi che
caratterizza la Normandia (vedi Foto1), quel che rimane delle Divisioni
tedesche è in ritirata o accerchiato.
L'obbiettivo dell'equipaggio era raggiungere il deposito di rifornimenti più
vicino, situato a Chateau l'Horloge, una frazione del comune di Ticheville,
a circa 8 Km a sud di Vimoutiers, lungo la strada D 979 che porta a Gace.
Gli uomini sul mostro d'acciaio, giovanissimi, ma comunque già veterani non
sanno nemmeno che il deposito è in fase di frettoloso sgombero. Ci hanno
provato. Non sono soldati avventurosi e tantomeno inesperti, anzi. Ma è
difficile riuscire a calcolare esattamente l'autonomia dei carri pesanti
Tigre quando nei serbatoi non rimangono che pochi litri di carburante. E poi
non vi erano alternative. Il Tigre era riuscito a percorrere nemmeno due
chilometri una volta lasciato alle spalle l'abitato di Vimoutiers.
L'equipaggio si allontanò appiedato dopo aver tentato di sabotare il mezzo
corazzato. Occorreva fare presto : da un momento all'altro potevano apparire
in cielo i temuti cacciabombardieri Typhoon della RAF o i P-47 Thunderbolts
americani. Ma l'opera di sabotaggio non è stata eseguita alla perfezione :
si danneggia solo la torretta del Tigre, che rimane disassata appena, con la
corazzatura incrinata (si vede bene nelle varie foto la crepa verticale sul
posteriore della torretta), e si svelle la parte superiore del cofano
motore. Virtualmente, il carro rimane integro.
Tre
giorni più tardi sopraggiungono le avanguardie della 2a Divisione Corazzata
Canadese, precisamente elementi del "The Black Watch" Royal Highland
Regiment of Canada, e trovano la strada ostruita dal Tigre immobilizzato.
Non hanno molto tempo da perdere, dunque un bulldozer viene impiegato per
sgomberare il transito. Il pachiderma d'acciaio viene spinto senza tanti
complimenti ai margini della strada e sospinto nel fossato.
La
guerra ha termine. L'intera Normandia è un immane cimitero di relitti
tedeschi di ogni tipo. Veicoli a motore di ogni genere, blindati, carri
armati. Le amministrazioni comunali francesi iniziano a vendere ai vari
recuperatori di rottami di ferro privati (sono una vera schiera) i relitti
abbandonati nei propri territori, e uno di questi lotti del Comune di
Vimoutiers comprende ben 52 carri, tra cui il "nostro"
Tigre. Pur tuttavia l’opera dei "recuperatori del ferro", certamente lucrosa
ed infaticabile, non è sempre facile. Nel nostro caso le 56 tonnellate di
ferro ed acciaio finite nel fosso sono impossibili da spostare con mezzi di
fortuna. Pertanto inizia uno stillicidio di piccoli asporti. E' un mercante
del ferro locale, un certo M. Morat che riesce ad impossessarsi del relitto
(che nessun altro rivendica). Si toglie tutto quello che si riesce a
tagliare. Così spariscono il motore e gli organismi di trasmissione, insieme
a tutto quanto era agganciato all'esterno, e così denudando il carro (vedi
foto 2). Il corazzato subisce anche 'l'onta' per più di vent'anni di nugoli
di ragazzini che vi razzolano attorno e vi giocano sopra. In un modo o
nell'altro il povero relitto diventa una sorta di attrazione locale. Alla
morte di Morat, nel 1970, sua sorella lo rivendette a sua volta ad altri
rottamatori di Caen che non si fecero scrupoli di sorta, ed inviarono una
squadra di operai muniti di fiamma ossidrica con l'esplicito mandato di fare
letteralmente a pezzi il "monumento".
Fortunatamente tale tentato vandalismo organizzato non piacque ai
rappresentanti locali del Comune di Vimoutiers, che si adoperarono per
impedirlo. Fu quindi un veterano di guerra francese del luogo che combattè
con la 2eme Division Blindée di Leclerc, il signor Michel Dufresne, che
riuscì ad attivare sue conoscenze, tra le quali Eddy Florentin, storico
della battaglia di Normandia, che agendo su altrettante conoscenze riuscì a
convincere addirittura il Ministero della Guerra a Parigi affinchè
intervenisse per bloccare lo scempio, intanto che per mezzo di pubblica
colletta il Municipio di Vimoutiers riusciva formalmente ad acquistare
l'ormai storico relitto nel 1974. Per un valore di vecchi franchi
corrispondente a circa 700 dollari dell'epoca.Nel 1975 iniziarono i lavori
per estrarre il relitto dal fossato in cui giaceva e subito dopo ebbe inizio
il restauro. Oggi il mezzo è posto come monumento su una piccola altura
chiamata “La collina di Sap”, ai margini della Strada Nazionale 179 e a
pochi metri dal luogo dove ha riposato per decenni. Affidato alle cure di
Alain Roudex, restauratore ed oltretutto veterano dei partigiani Maquis
francesi, il carro è tornato per quanto possibile ad un aspetto simile alle
origini. Non si sono mai avute notizie certe della sorte toccata
all'equipaggio, ma è molto probabile che nessuno dei membri sia riuscito a
sopravvivere alla guerra. Infatti nessuna testimonianza è emersa in merito
nemmeno dopo il 1975, anno in cui la stampa non soltanto francese ha
iniziato ad occuparsi della vicenda.
Il
Tigre di Vimoutiers
è stato dichiarato dallo Stato Francese “Monumento Nazionale” il 2 dicembre
1975, dopo che nel mese di maggio il carro armato restaurato ebbe
addirittura l'onore di campeggiare sulla copertina della prestigiosa rivista
militare britannica After the
Battle, che da decenni si
occupa di realizzare splendidi servizi fotografici e di documentazione
storica dei campi di battaglia visti nella prospettivadel
ieri ed oggi.
Inizialmente si riuscì anche a rifare una colorazione mimetica identica
all'originale (vedi foto 39) molto utilizzata sui corazzati tedeschi nelle
campagne di Francia e d'Italia, ma ben presto le condizioni atmosferiche
l'hanno praticamente cancellata. Oggi la colorazione più volte rifatta
assomiglia solo vagamente a quella originale. E nemmeno è stato rifatto lo
strato di zimmerit (vedi notan.4),
ancora ben visibile sulla foto
originale n.3. Come sempre il Sindaco della cittadina di Vimoutiers si
adopera per la ricerca dei fondi necessari e il caso nello specifico è al
momento (2015) oggetto di studio anche da parte della Direzione Regionale
degli Affari Culturali francese.
Carri armati del tipo Tigre I sopravvissuti alla distruzione, e conservati
dopo la guerra, se ne contano soltanto sette in tutto il mondo. Due di essi
sono in Francia. Il Tigre di Vimoutiers, che è 3
l'unico a non essere conservato in un museo, e quello restaurato alla
perfezione (foto 39) che si trova al Museo dei Mezzi Corazzati di Saumur,
che è il più grande ed importante del mondo nello specifico settore bellico.
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NOTE AL TESTO
Nota 1. PANZER ABTEILUNG.
Significa
in modo esteso Reparto Corazzato. La sua consistenza risultava
variabile, specie a partire dal 1944, laddove sia sul fronte russo che in
Normandia i Reggimenti Panzer non riuscivano a colmare le perdite sempre
crescenti. In ogni caso, perlomeno sino alla primavera 1944 la composizione
standard di un Panzer Regiment vedeva : un Abteilung composto da 1
Panzerkompanie composta a sua volta da 4 Compagnie dotate di 17 carri
ciascuna ed una Compagnia Comando (staff); un secondo Abteilung composto da
4 Compagnie con 22 carri ciascuna (se erano Panzer V Panther Sd.Kfz. 171)
altrimenti 12 carri Tigre I ciascuna più riserva variabile, ed una Compagnia
Comando (staff) per un totale di 2.066 uomini. Sempre a partire dalla
seconda metà del 1944 si moltiplicava il fenomeno che dava luogo ai
cosiddetti Panzergruppe, ovvero reparti formati con le rimanenze di
varie formazioni più grandi decimate dalle perdite che venivano raccolte,
riunite ed organizzate al comando di un ufficiale veterano assai esperto.
Tali formazioni, di entità variabile, venivano quindi denominate solitamente
con il nome dell'ufficiale comandante.Lo
Schwere SS-Panzer-Abteilung 102, comunemente abbreviato in
s.SS-Pz. Abt. 102 fu una delle principali unità corazzate d'elite
delle Waffen SS e venne impegnata su diversi fronti come forza di pronto
intervento, assegnata al II SS Panzerkorps. Creato il 22 ottobre 1943, dopo
l'iniziale addestramento, il battaglione venne riaggregato al II
SS-Panzerkorps ed inviato in Francia verso fine giugno del 1944, ma l'unità
a causa dei ripetuti attacchi aerei non riuscì a raggiungere il fronte se
non il 7 luglio. I combattimenti contro le forze anglo-americane furono
assai cruenti per tutta l'estate: se al 20 luglio i Panzer VI Tiger I
operativi erano 42, al 30 luglio il numero si era ridotto a 30 carri, all'8
agosto i carri disponibili erano solo 21, e il 7 settembre il reparto, dopo
aver perso l'ultimo carro, venne ritirato dal fronte per essere
riorganizzato e riequipaggiato con i nuovi carri Panzer VI Tiger II. Dal
marzo 1944 al 18 agosto 1944 il comandante fu l'SS-Sturbannfuher Hans Weiss,
al quale successe sino al maggio 1945 l'SS-Sturbannfuhrer Kurt Hartrampf.
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Nota n.2 LE SPECIFICHE TECNICHE Denominazione modelloPANZERKAMPFWAGEN VI TIGER I AUSF E
( Sdkfz 181 ) Equipaggio cinque uomini
peso in battaglia = 57 ton. circa Pressione sul terreno
con cingoli da battaglia = 1.03 Kg/cmq Dimensioni generali :lunghezza
totale = 8,45 m.lunghezza dello scafo = 6,30 m.larghezza senza paracingoli =
3,56 m.larghezza con paracingoli = 3,73 m.altezza = 3,56 m. circadiametro
della torretta circolare = 1,79 m.lunghezza del cingolo a terra = 3,61
mlarghezza del cingolo da battaglia = 72,5 cm.larghezza del cingolo da
transito = 52 cm.sezioni del cingolo = 96 distanza dello scafo dal suolo =
47 cm. Performance :massima velocità su strada = 38 Km/h.raggio
operativo su strada = 195 Km. circaraggio operativo fuori strada = 110 Km.
circaraggio di sterzata = 7 m.superamento di pendenza massimo =
35°superamento di guado massimo = 170 m.superamento gradino verticale
massimo = 79 cm.superamento di fossato (trincea) massimo = 2,50 m.
Corazzatura:tipo = laminata omogenea, con giunti a scatto, a costruzione
saldataScafo:superiore = 100 mm a 80°inferiore = 100 mm a
60°Fiancate:superiore = 80 mm a 90°inferiore = 60 mm a 90°posteriore = 82 mm
a 82°rivestimento del pavimento = 26 mm. Torretta (corazzatura):frontale
= 100 mm. a 80°laterale = 80 mm. a 90°superiore (tetto) = 25 mm.protezione
del cannone = 120 mm. Motore:Maybach HL 230 P45 a benzina, 12
cilindri a V, con raffreddamento ad acquavano cilindro = 130 x 140
mmcilindrata cubica = 23.88 litricompressione volumetrica = 6.8,1potenza
erogata massima : 700 bhp (cavallo vapore britannico) a 3.000 rpmpotenza
erogata normale : 600 bhp a 2.500 rpmcarburatori = a sistema gemellare
invertito: 4 x Solex 52 JF II Dcapacità del serbatoio = 540 litri ( in
quattro sezioni ) Sistema elettrico :1.000w dinamo, 2 batterie da
12 v 150 AhTrasmissione:Riduttore : Maybach, Olvar 40 12 16
semiautomatica, con preselettore, 8 marce avanti e quattro marce
retro.trasmissione finale = 10.7 : 1differenziale = Henschel L 600C
completamente rigenerante Timoneria:Rigenerativa a doppio raggio
controllata per differenziale e ruota agente sulle frizioni.Timoneria di
emergenza : a leve manovrabili agenti su freni a disco su ciascun albero di
trasmissione esterna. Treno di rotolamento:A ruote sovrapposte e
interfilettate. Otto barre assiali di torsione interdipendenti per ciascun
lato.Volante a semicerchio agente su ruota dentata, con possibilità di
posizionamento in folle. Movimento della torretta :Elettrico-idraulico
azionato a pedale dall'operatore, e manuale mediante manovella a due
velocità. Armamento :Principale = cannone 8.8 cm. KwK 36 L /56 con
telescopio TZF 9b binoculare, ultimo modello TZF 9cSecondario =
mitragliatrice MG 34 7,92 mm. anteriore, brandeggiabile in feritoia ;
mitragliatrice MG 34 7,92 mm fissa montata coassialmente al cannone.
Possibilità di sistemare MG 34 7,92 mm smontabile sulla cupola della
torretta, con lanciatore di granate fumogene. Munizionamento :Principale
= 92 colpi in misura variabile tra perforanti ed esplodentiSecondario =
4.500 colpi Comunicazioni :WT set trasmittente / ricevente e
intercom : FU 5 e/o FU 2.
------------------------------- Nota n.3 LA SACCA DI FALAISE. La Sacca di Falaise è la
denominazione con cui viene indicata un'area compresa tra le quattro città
di Trun, Argentan, Vimoutiers, Chambois, con epicentro a Falaise, ad alcune
decine di chilometri a sud di Caen. Nell'agosto 1944 vi fu combattuta la
fase finale della Battaglia di Normandia, originata dal D-Day del 6 giugno
precedente, nella Seconda Guerra Mondiale. Gli Alleati ( Americani,
Britannici, Canadesi e Polacchi ) cercarono di circondare e distruggere la
7ª Armata e la 5a Armata Corazzata tedesche che si trovavano già in
situazione assai precaria dopo lo sfondamento americano da sud-ovest verso
Saint Lo e sino ad Avranches (operazione Cobra), ed il fallimento del
contrattacco tedesco operato a Mortain. I combattimenti, violenti e
sanguinosi, terminarono con gravi perdite per le truppe tedesche che
cercarono di sfuggire dalla trappola sotto i continui attacchi delle forze
di terra alleate supportate dalla loro supremazia aerea. Particolarmente
efficaci, nella circostanza, si dimostrarono i cacciabombardieri Typhoon
inglesi ed i Thunderbolts americani, molto adatti per l'attacco al
suolo mirato. Tuttavia, a causa di alcuni errori tattici e della strenua
resistenza offerta dai reparti tedeschi, gli alleati non riuscirono ad
accerchiare e a distruggere tutte le forze nemiche presenti in Normandia.
Parte delle unità tedesche riuscì a fuggire verso la Senna, pur dopo aver
perso la maggior parte delle armi pesanti e degli equipaggiamenti. Sembra
che quasi 100.000 soldati tedeschi riuscirono a sfuggire agli Alleati a
causa dei ritardi nella manovra di chiusura della sacca. L'Esercito tedesco
lamentò circa 45.000 prigionieri, circa 11.000 morti e dispersi e circa
10.000 feriti in gran parte fatti prigionieri. Ingenti furono le perdite
materiali. In particolare i reparti corazzati vennero falcidiati, perdendo
730 carri su un totale di 880. Nessuna delle divisioni Panzer in Normandia
riuscì a fuggire con più di 15 carri sopravvissuti. Delle 56 divisioni di
fanteria che combatterono ad ovest della Senna ben 18 furono completamente
annientate.Le perdite Alleate non sono disponibili da fonti univoche e
precise, anche perchè gli Americani vi parteciparono partendo
dall'Operazione Cobra, che portò alla liberazione finale di
Avranches.I Canadesi subirono perdite significative, con 5.500 tra morti,
feriti e dispersi. I polacchi persero 1.441 soldati. La mancata cattura di
un maggior numero di truppe tedesche fu discussa da alcuni comandanti
militari, storici ed analisti postbellici. La formazione e la chiusura della
'sacca' fu un grande successo degli Alleati; tuttavia vi fu anche la
sensazione che i tedeschi intrappolati sarebbero potuti essere di più. Tra
le ragioni addotte che spiegano questi fatti meritano di essere annotate :
una non sempre puntuale sintonia di intenti, anche tattici, tra i comandanti
alleati sul campo. La sensazione di non dover arrischiare un ulteriore
elevato numero di perdite (era in vista la chiusura vittoriosa della
campagna di Normandia che già aveva procurato perdite sanguinose ed in parte
7
impreviste) che generò lentezze di
manovra. La durezza dei combattimenti condotta dai reparti corazzati
tedeschi che in taluni frangenti si vennero a trovare anche in superiorità
tecnica, perlomeno sino a che quantità dei mezzi e rifornimenti furono
adeguati, ciò pur nella quasi totale mancanza di supporto aereo.
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Nota n.4 LO ZIMMERIT Lo
Zimmerit era un rivestimento prodotto dalla Chemische Werke Zimmer A.G.
di Francoforte, inteso a contrastare l'effetto delle mine magnetiche quando
applicate ai mezzi corazzati tedeschi durante la fase centrale della Seconda
Guerra Mondiale. E' però interessante notare che questo accorgimento, che di
per sé non aveva proprietà antimagnetiche, era fondamentalmente quello di
creare una superficie grossolanamente rugosa che riducesse l'area di
contatto tra lo scafo del carro e la mina, oltre a creare una maggiore
distanza tra la stessa e la corazza. Vale a dire che il proposito era di
conseguenza quello di favorire il distacco dell'ordigno a causa del suo
stesso peso e delle vibrazioni prodotte durante il movimento del mezzo. La
sostanza prodotta allo scopo, spesso a torto inizialmente confusa dagli
Alleati come cemento, era in realtà una pasta ottenuta
miscelando solfato di bario (40%), polivinilacetato (PVA) per il 25%,
pigmento di ocra (15%), segatura (10%)e solfito di zinco per il rimanente
10%. Lo Zimmerit venne applicato a tutti i mezzi corazzati che
operassero vicino alla linea del fronte, sia carri armati che cannoni
semoventi, mentre venne ritenuto superfluo utilizzarlo sistematicamente su
altre tipologie di veicoli.L'applicazione dello Zimmerit avveniva
direttamente in fabbrica. Non mancarono però occasioni di applicazione sul
campo. Ciò spiega perché non sia mai esistito uno schema unico di
applicazione su tutti i mezzi ma se ne siano ritrovate diverse tipologie,
che vanno da quella a blocchetti regolari, che in teoria doveva
essere lo standard, a forme meno comuni come quelle romboidali (che
ricordano il disegno sulle cialde dei biscotti wafers). Molto più
spesso la forma utilizzata era quella ad onde o striature orizzontali. Il
carro Tigre di Vimoutiers era dotato di quest'ultima tipologia (vedi foto
3).Lo Zimmerit, che trovò il suo più largo utilizzo sui mezzi
impiegati nelle offensive, venne eliminato verso la metà del 1944 quando i
mezzi corazzati tedeschi ebbero a trovarsi sulla difensiva, e
l'approntamento alla fabbrica diventava più frettoloso. In ogni caso anche
una maggiore disponibilità ed il miglioramento delle armi controcarro
contribuì a renderlo ormai obsoleto.
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La bibliografia disponibile per la conoscenza e l'approfondimento della
campagna di Normandia del 1944 è ingente in fatto di testi e pubblicazioni
varie. Per uno studio accurato e specifico del settore dei mezzi corazzati,
segnatamente quelli tedeschi, tra gli altri, mi sono avvalso e segnalo lo
splendido volume Panzers in Normandy, then and now di Eric Lefévre
disponibile in lingua francese ed inglese nelle varie edizioni che si
sono succedute dal 1990 al 2002. Editore After the Battle BoBiL
London - England.Si ringrazia la signora Fiorenza Brognoli
(ritratta sul carro 'Tigre' nella foto n.27) per la collaborazione prestata
in Normandia e la catalogazione fotografica. Cremona 2017.